martedì 20 novembre 2007

MON863, continua lo scandalo

Adesso anche l'Efsa ammette la necessità di una maggiore ricerca sul mais Ogm della Monsanto



Roma, Italia — Da tempo Greenpeace sostiene che il mais Ogm della Monsanto MON863 non è un prodotto sicuro. Soltanto ieri l'Efsa ha ammesso pubblicamente che è necessaria una maggiore ricerca sul MON863. In precedenza la stessa Efsa aveva minimizzato le scoperte fatte dai ricercatori indipendenti: è chiaro che il sistema autorizzativo degli Ogm non funziona.

L'Efsa – l'Autorità europea per la sicurezza alimentare - ha discusso il caso del MON863 in una riunione del Panel Ogm il 22 e 23 marzo scorso. Con una breve dichiarazione, pubblicata sul proprio sito web, in sordina, ha successivamente annunciato la necessità di un nuovo esame dello studio sul mais Ogm della Monsanto.

La Commissione europea, infatti, aveva chiesto all'Efsa di esaminare con attenzione lo studio del CRIIGEN, reso noto da Greenpeace, sul mais della Monsanto MON863 e di rivedere il proprio parere positivo.

Dallo studio – recentemente pubblicato sulla rivista scientifica "Archives of Environmental Contamination and Toxicology" – risultano, infatti, segni di tossicità su fegato e reni delle cavie nutrite con questo mais Ogm. E' la prima volta che un prodotto transgenico, autorizzato per il consumo umano e animale, mostra segni di tossicità per gli organi interni.

Questo scandalo dimostra che spesso i dati forniti dalle aziende biotech vengono assunti acriticamente. Senza considerare le opinioni scientifiche divergenti. E i possibili impatti a lungo termine sull'ambiente e la salute. Il sistema autorizzativo degli OGM non è più credibile. Un prodotto altamente rischioso è stato approvato per il consumo umano, nonostante l'evidenza dei possibili rischi.

Il principio di precauzione deve avere la precedenza sugli interessi di multinazionali come la Monsanto.

Secondo Greenpeace, bisogna immediatamente ritirare dal mercato il mais Monsanto MON863. I governi nazionali, inoltre, dovono agire con urgenza per rivalutare gli altri Ogm attualmente autorizzati, oltre a rivedere i metodi analitici impiegati.

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