lunedì 5 maggio 2008

OGM: verso la fine della tolleranza zero?

Un'interrogazione orale alla Commissione aprirà un dibattito in Aula sul regime UE di tolleranza zero per gli OGM. Vista la frequente importazione di prodotti con presenza fortuita di OGM non autorizzati, i deputati chiedono di introdurre un valore soglia per quelli che abbiano ottenuto una valutazione positiva da parte dell'EFSA. Chiedono inoltre di spiegare perché nell'UE è ammessa la carne di animali alimentati con OGM che, se presenti nei mangimi, ne impedirebbero l'importazione.

Il regolamento CE n. 1829/2003 disciplina l'immissione sul mercato europeo di organismi geneticamente modificati (OGM). In un'interrogazione orale alla Commissione, i deputati, rilevano tuttavia che l'UE si trova oggi di fronte a «incidenti» sempre più frequenti a causa della presenza «fortuita», nei prodotti, di tracce di OGM. Questi ultimi non sono ancora autorizzati nell'UE, ma hanno, invece, già ricevuto l'approvazione dei suoi principali partner commerciali. Gli importatori e gli altri operatori fanno il possibile per impedire tali incidenti, ma, secondo i deputati, è probabile che eventi simili si ripetano per l'introduzione di nuovi metodi nei paesi esportatori e per l'applicazione del regime di tolleranza zero sulla presenza di OGM non autorizzati nelle importazioni dell'UE. La situazione, a parere dei deputati, sta peggiorando ed è possibile che si verifichi un ulteriore aumento dei prezzi dei mangimi nell'UE.

I deputati rivolgono quindi alla Commissione le seguenti domande:
  • In vista dell'alta dipendenza dell'UE dalle importazioni di mangimi ricchi di proteine (farina di soia, glutine di mais), come valuta la Commissione europea le conseguenze della politica di tolleranza zero sulla competitività a breve e a lungo termine della produzione di bestiame dell'UE?
  • Come può la Commissione giustificare l'attuale situazione in cui sono vietati persino mangimi con piccole tracce di OGM non autorizzati, mentre la carne prodotta da animali alimentati con questi OGM non autorizzati può entrare liberamente nell'UE causando così una grave distorsione della concorrenza a danno degli allevatori europei?
  • La Commissione non ritiene che invece dell'attuale regime di tolleranza zero (come già avviene in caso di presenza fortuita di tracce di OGM non autorizzati per l'etichettatura di prodotti come "senza OGM") dovrebbe esser applicato un valore "soglia" in caso di presenza fortuita di tracce di OGM non autorizzati che hanno già ottenuto una positiva valutazione dall'EFSA o che sono stati oggetto di una valutazione di rischio in quanto mangimi e alimenti secondo gli orientamenti fitosanitari del CODEX GM? Intende la Commissione presentare proposte concrete a tal fine?
  • La Commissione ritiene che l'attuale situazione, qualora rimanga immutata, possa dare luogo a conflitti commerciali con i paesi esportatori interessati che potrebbero avere implicazioni negative per l'esportazione di alcuni prodotti europei? In caso affermativo come intende la Commissione evitare questi conflitti commerciali?
Background - Gli OGM nel mondo

Secondo l'ultimo rapporto di febbraio dell'International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA), dopo dodici anni di commercializzazione, le colture biotecnologiche stanno crescendo ancora. Nel 2007, infatti, l’area delle coltivazioni biotecnologiche si è ampliata del 12% (12,3 milioni di ettari) raggiungendo i 114,3 milioni di ettari. Gli agricoltori, oltre a piantare in un maggior numero di ettari di terreno colture biotech, stanno adottando rapidamente delle varietà di coltivazioni con più di un tratto biotecnologico. Queste aree sono aumentate ad un tasso del 22% (26 milioni di ettari) ed hanno raggiunto i 143,7 milioni di ettari.

Oltre a ciò, 2 milioni di agricoltori in più hanno piantato, lo scorso anno, colture biotech, portando così a 12 milioni il numero degli agricoltori che, a livello mondiale, utilizzano queste tecnologie. Di questi, 11 milioni vivono in zone povere di risorse. Infatti, tra i paesi che piantano colture biotecnologiche, il numero dei paesi in via di sviluppo (12) ha sorpassato quello dei paesi industrializzati (11), e il tasso di crescita nel mondo in via di sviluppo è stato il triplo di quello delle nazioni industrializzate (il 21% rispetto al 6%).

Nel 2007, il principale paese produttore di colture biotech erano gli Stati Uniti con 57,7 milioni di ettari investiti soprattutto a soia, mais, cotone e colza. Seguivano l'Argentina con 19,1 milioni di ettari (soia, mais e cotone) e il Brasile con 15 milioni di ettari di soia e cotone. In Canada erano coltivati 7 milioni di ettari con prevalenza di colza, mais e soia e in India 6,2 milioni, in particolare, di cotone. In Cina cotone, pomodori, pioppi hanno coperto un'area di 3,8 milioni di ettari e in Paraguay la soia interessa 2,6 milioni di ettari. Infine, il Sud Africa aveva un'area di 1,8 milioni di ettari con mais, soia e cotone. Spagna, Francia, Portogallo, Germania, Slovacchia, Romania, Polonia avevano un'area inferiore a 100.000 ettari, prevalentemente coltivati a mais.

Sulla base delle stime di Cropnosis, nel 2007, il valore di mercato delle colture biotech, a livello mondiale, è stato di 6,9 miliardi di dollari. Questa cifra rappresenta il 16% del mercato degli agrochimici (42,2 miliardi di dollari) e il 20% del mercato dei semi (34 miliardi di dollari). Il valore del mercato del mais è pari a 3,2 miliardi di dollari, quello della soia a 2,6 miliardi, quello del cotone a 0,9 e quello della colza a 0,2 miliardi. Il valore di mercato di tutte le colture biotech a livello mondiale è stato calcolato in base al prezzo di vendita dei semi a cui si sommano altri diritti relativi alla tecnologia utilizzata.

Interrogazione orale sul regime di tolleranza zero per gli OGM non autorizzati e le relative conseguenze economiche

Procedura: Interrogazione orale
Dibattito: 23.4.2008

Nessun commento: