mercoledì 30 aprile 2008

La ricerca al servizio del biologico

È promosso dal Cnr in collaborazione con il Cra e l'Aiab il convegno che si terrà a Roma il 16 aprile. Al termine si svolgerà il primo incontro tra ricercatori sui temi del bio.

Si è svolto a Roma il 16 aprile alle ore 09,00 presso la sede del Cnr (piazzale Aldo Moro), il convegno "Avanzamento delle conoscenze ed agricoltura biologica: le nuove frontiere per il Bio", promosso dal Dipartimento agroalimentare del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) in collaborazione con il Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) e l' Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica). L'appuntamento intende focalizzare l'attenzione sul ruolo delle conoscenze scientifiche e degli avanzamenti tecnologici nel determinare aspettative ed opportunità di sviluppo di un'agricoltura sempre più sostenibile ed in particolare di quella biologica.
Lo scopo dell'incontro è stato quello di identificare le attività di ricerca più innovative, i risultati raggiunti e le applicazioni reali o potenziali.
Il Convegno è stato incentrato sulle priorità tematiche del VII Pq e le attività in corso presso il Cnr, il Cra e l'Enea (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente) e si è concluso con una tavola rotonda che si proposta di mettere in luce le esigenze dei diversi portatori di interesse.
Alla tavola rotonda hanno partecipato le Regioni, il Mipaaf, i produttori biologici, i consumatori, la Firab (Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica) e gli Enti di ricerca stessi.
Al termine del convegno, alle ore 15,00, si è tenuto invece il primo "incontro tra ricercatori sui temi del bio": una sorta di bazar della ricerca, ristretto ai ricercatori, che desiderano segnalare i loro lavori attuali ed eventuali idee progettuali da condividere con altre competenze.
L'appuntamento ha rappresentare l'occasione per far incontrare i ricercatori impegnati sui temi dell'agricoltura biologica che in Italia sono dislocati in diversi istituti, venendo quindi a mancare un coordinamento delle attività tale da consentire una efficace collaborazione ed una reale interdisciplinarietà. Ciò rende ancor più frammentaria la divulgazione e difficile la fruizione dei risultati sperimentali e può influire negativamente anche sulle possibilità progettuali a livello nazionale ed europeo.

fonte:Agricoltura Italiana Online

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